Berlusconi al Teatro Nuovo per Letizia Moratti: l’ennesimo imbarazzante show

Berlusconi al Teatro Nuovo per Letizia Moratti: l'ennesimo imbarazzante show

Sono appena tornato dal Teatro Nuovo di Milano dove Silvio Berlusconi ha tenuto un comizio di circa un’ora e mezza per Letizia Moratti, candidato sindaco del PdL nel capoluogo lombardo. Che dire? Il solito, imbarazzante show. Le home page dei maggiori quotidiani al momento rilanciano le agenzie, che sono molto simili a quelle di ieri, quando Berlusconi si era presentato alla convention “Pdl al servizio degli italiani”.

Punti salienti? I soliti: niente di nuovo sotto il sole. Attacchi ai giudici, attacchi alla scuola pubblica, attacchi a Fini, bizzarre excusatio non petite sui Responsabili e sul perché abbiano deciso di aderire al suo “progetto” politico e salvarlo il 14 dicembre scorso, qualche stoccata per l’ex alleato e cofondatore PdL Gianfranco Fini, qualche battuta, qualche lapsus.

Sottolineato da più parti quello sui giudici pagati, e non era la primissima volta che lo faceva: un’altra volta aveva detto di aver speso 200 milioni di euro per i giudici

«E poi sono diventato peggio di Al Capone». Ha parlato delle oltre 2.100 udienze che lo hanno riguardato «a cui qualche volta – ha spiegato – ho partecipato. E dove c’erano sempre i miei giudici pagati ovviamente da me». Percepito il lieve imbarazzo del pubblico si è corretto dicendo «i miei avvocati. Adesso diranno – ha aggiunto – che c’è stato un lapsus freudiano di Berlusconi»

Al di là di questo vediamo che cos’altro ha raccontato Silvio Berlusconi stamattina al Teatro Nuovo.

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Arrivo in piazza San Babila quando manca un quarto d’ora alle 11, orario in cui è previsto l’inizio di questo singolare matinée. Ritiro l’accredito, che conserverò insieme agli altri delle curiose “manifestazioni” PdL e simili che amo frequentare – per farmi del male – insieme a quello della Festa al Palalido, per esempio.

Ritiro l’accredito ed esco. Mi guardo in giro e vedo qualche ragazzino che sarà stato pagato per fare l’uomo sandwich, e si vede chiaramente, è lì infastidito, coperto da finti Rayban Wayfarer, a tenere addosso la faccia di qualcuno che manco sa chi è. Ci sono i soliti supporter, le solite facce da manifestazione PdL davanti al tribunale.

Rientro. I circa 1100 posti del Teatro Nuovo sono gremiti. Da chi sono gremiti? Da una folla composta principalmente di pensionati. La forbice di età, o almeno questa è stata la mia impressione, andava dai pensionati ai ragazzi intorno ai vent’anni con un enorme buco in mezzo. C’erano tanti vecchi e un po’ di ragazzi, ma soprattutto pensionati. I ragazzi, soprattutto le ragazze, erano cheerleader di candidati locali brandizzati ovunque.

È una folla che ha un bisogno visivo, una dipendenza ottica da Silvio Berlusconi: non saranno pochi i litigi con altri ragazzi delle agenzie perché, mentre facevano il loro lavoro, stavano in piedi ostacolando la visione al pubblico. Anche lì, nulla di strano, capita a volte in occasioni simili: ma questa volta mi è sembrato tutto più pronunciato, tutto un po’ più estremizzato.

In platea, inavvicinabili sotto il palco, ci sono Ignazio La Russa, Gabriele Albertini, Mariastella Gelmini, pezzi importanti del PdL nazionale, non solo lombardo. Per primo parla Mario Mantovani, coordinatore lombardo PdL, poi ci saranno un paio di comprimari, poi Letizia Moratti. Poi, arriverà lui.

Accolto ovviamente da una standing ovation di questo canuto popolo PdL, con cui scherzerà proprio sulla vecchiaia, sull’età che avanza – Berlusconi ha 75 anni – spiega che «Il berlusconismo non è al tramonto, a Milano supereremo i 53 mila voti delle ultime elezioni» e sarà da vedere come, visto che gli ultimi sondaggi danno lo sfidante Giuliano Pisapia molto ben messo nella corsa a Palazzo Marino.

Berlusconi poi attacca i giudici e Fini, riuscendo a unire le due cose insieme, un doppio colpo che altre volte aveva mostrato in passato

Lo aveva già detto in passato, lo ha ripetuto anche oggi: se fino ad ora non è stato possibile riformare è a causa di quello che ha chiamato «patto sceleris» fra Gianfranco Fini e la magistratura. «Voi mi proteggete, perseguite Berlusconi – ha spiegato il premier – è finche sarò presidente della Camera non passerà nessuna riforma che non mi piace». «Le accuse su cui si basano i miei processi e sostenute dalla cellula rossa dei pm sono assolutamente infondate – prosegue – l’ho giurato sulla testa dei miei cinque figli e dei miei amatissimi nipoti».

In tanti nella folla – con anche qualche vecchio socialista milanese, fate caso alle bandiere, non erano pochi gli ex del garofano, potentissimo e decadutissimo nella ormai prosciugata Milano da Bere – urlano a Berlusconi, sono frasi sconnesse, incitamenti che lui giustamente ignora. “Vai Silvio” oppure “Salvaci Silvio”, ma è pur sempre ego massage, in quei casi tutto si tiene. Lui, ne ha un gran bisogno sempre.

Tutto quanto arringa, la folla applaude. I giudici sono cattivi? La folla applaude. La scuola privata deve essere privilegiata di fronte a quella pubblica? La folla applaude. Tocca il tasto Gianfranco Fini? Tutti mormorano, “Traditore” oppure “Bastardo”. La vulgata per il Popolo della Libertà quella è, e non si può immaginare che in queste rare occasioni in cui gli apparati dovrebbero incontrarsi con chi li ha votati accada qualcosa di diverso.

Berlusconi poi spiega

«La sinistra ha tentato, tenta e tenterà una nuova eversione cercando di dare una spallata al governo eletto dagli italiani come hanno tentato di fare con la diaspore di Fini cercando di farci perdere la maggioranza contro il voto degli italiani. Ci hanno provato il 14 dicembre, gli è andata male, ma per fortuna alcuni deputati che venivano dalla società civili dopo aver conosciuto i sistemi comunisti hanno deciso di dare alla terza gamba della maggioranza dandoci una nuova maggioranza più esile nei numeri ma più coesa». Poi ha attaccato un nemico storico: «Ho evitato che il signor De Benedetti, tessera numero uno del Pd, mettesse le mani sulla Mondadori». Dopo ha usato l’ironia per ripetere che serve la riforma costituzionale perché adesso il potere è diviso fra Camere, Consulta e Presidente della Repubblica. «Quando dicono che sono l’uomo più potente d’Italia – ha spiegato il presidente del Consiglio – dicono una bugia, a meno che non si riferiscono ad altre potenze… tutto ciò che vi passa per la mente corrisponde al vero»

E riesce a ribaltare in una chiave erotico – soft, facendo una battuta, qualcosa che sta ridicolizzando l’Italia davanti al mondo. Ma non è Pippo Franco, con tutto il rispetto, ma è il Presidente del Consiglio. Avete presente le interviste in cui chiedono a Frattini come si trovi ad essere il Ministro degli Esteri di un paese governato da un buffone? Ecco, quella è la cornice giusta: quella del cazzeggio con la platea non è la cornice giusta per capire come stiano le cose.

Un intervento logorroico, un intervento fiume durato parecchio quello di Silvio Berlusconi. Fino all’uscita, alle contestazioni finali

Contestazioni da un lato, acclamazioni dall’altro. L’uscita del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dal Teatro Nuovo di Milano è stata accompagnata e accolta da urla e slogan di colore opposto. Contrapposizioni tra sostenitori e detrattori del premier. Cartelli con scritto “Libero fischio in libero Stato”, “Tutti a casa” sono stati sottolineati dall’evocazione di “Libertà” e dal grido “vergogna”, mentre altri acclamavano “Silvio, Silvio”.

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Berlusconi al Teatro Nuovo per Letizia Moratti: l’ennesimo imbarazzante show é stato pubblicato su polisblog alle 15:27 di domenica 17 aprile 2011.



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