Il più infimo grado di abiezione per un pubblico ufficiale: le motivazioni della sentenza sui pestaggi al G8 di Genova


Il 5 marzo 2010 la Corte di Appello di Genova ha confermato le condanne di primo grado per 4 degli imputati per i pestaggi avvenuti nella caserma di Bolzaneto, durante il G8 di Genova del 2001, ai danni di persone arrestate per lo più senza motivo e poi scagionate. Per altri 28 imputati è stato dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione: quindi non innocenti ma prescritti. Ora possiamo leggere anche le motivazioni delle condanne inflitte ai funzionari di polizia che si accanirono contro i cittadini italiani che erano sotto la loro custodia divertendosi a minacciarli con cori fascisti e richiami al nazismo.

Richiamarsi platealmente al nazismo e al fascismo, al programma sterminatore degli ebrei, alla sopraffazione dell’individuo e alla sua umiliazione, proprio mentre vengono commessi i reati contestati o nei momenti che li precedono e li seguono, esprime il massimo del disonore di cui può macchiarsi la condotta del pubblico ufficiale. Questo richiamo ai principi posti a fondamento dei regimi sterminatori razzisti non è solo condotta antitetica ai principi e ai valori costituzionali che sono stati elaborati e codificati proprio per erigere un baluardo giuridico contro i principi e i valori espressi da regimi abietti ma costituisce il più infimo grado di abiezione di cui può macchiarsi la condotta del pubblico ufficiale della Repubblica italiana che ha prestato giuramento di fedeltà alla sua Costituzione.

Giova ricordare che questi agenti e questi funzionari sono stati promossi e sono comunque tutti rimasti in servizio, senza alcuna sanzione per quanto avvenuto: evidentemente non hanno fatto altro che applicare le direttive politiche impartite…

Foto | Flickr

Il più infimo grado di abiezione per un pubblico ufficiale: le motivazioni della sentenza sui pestaggi al G8 di Genova é stato pubblicato su polisblog alle 05:10 di sabato 16 aprile 2011.



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