Silvio Berlusconi. Il personaggio non ha bisogno di presentazioni: la lista di cariche, aneddoti (pruriginosi e non), contesti a cui il nostro ineguagliabile premier è associato (o associabile) è troppo lunga (e francamente ormai noiosa per chi scrive) da riassumere qui.
Detto questo, andando su una qualsiasi pagina di giornale, rivista, tv (online e nel mondo fisico), dibattito politico di ambo le parti è impossibile non imbattersi in un’imagine, un video, una citazione che non rimandi al presidente: il personaggio produce un effetto di saturazione mediatica, moltiplicandosi praticamente all’infinito e se dovessimo analizzarlo, Berlusconi è un fenomeno prima mediatico che politico (come gli effetti del berlusconismo sono prima culturali e di costume che politici…).
Un gruppo di artisti e programmatori ha riflettuto proprio su questo argomento. Si tratta di Elisa Giardina Papa, Fabrizio Giardina Papa, Giovanni Salerno e Floriano Lapolla. La loro creatura, resa pubblica soltanto ieri, è il DEberlusconiZER: un’applicazione che permette di riutilizzare lo spazio web occupato dalle immagini e dalle parole collegate al presidente del consiglio italiano. Il software funziona in modo milto semblice e devo dire efficace lavorando su tre fasi progressive, come ci spiega il gruppo nel comunicato di lancio: “inizialmente sostituisce le parole e le immagini che si riferiscono al premier con delle bande colorate. Nella fase successiva, questi spazi vuoti lasceranno il posto a una serie di interventi di artisti italiani e stranieri. Gli artisti saranno invitati a riflettere su Internet come contesto pubblico e a immaginare un nuovo destino per questo spazio liberato. Infine, saranno gli stessi utenti a decidere e proporre nuovi contenuti.” La piattaforma è inoltre un prodotto open source: chi possiede le competenze tecniche potrà quindi scaricare il codice, modificarlo e proporne nuove versioni e usi, primo fra tutti scegliere nuove parole o immagini che desidera cancellare e sostituire. Il sito di riferimento è www.de-zer.com: da qui potrete scaricare il software, installarlo o usarlo come bookmarklet sul proprio browser.
Cosa mi piace piace di questo progetto? Non tanto l’idea della cancellazione (il silenzio, come uno spazio vuoto, può avere un peso comunicativo pari se non anche maggiore), quanto l’idea di ri-usare quello spazio saturato popolandolo di nuovi contenuti e soprattutto un’inversione di marcia molto significativa: Berlusconi è il simbolo dell’appropriazione di un privato sullo spazio e sulle funzioni pubbliche. DEberlusconiZER inverte questo processo, restituendo la gestione dello spazio pubblico (digitale) occupato da questo personaggio nelle mani prima degli artisti e poi direttamente deli utenti/cittadini.
Dopo il salto potete leggere il testo critico di Domenico Quaranta.
[Nella foto in alto e nella gallery, alcuni esempi di pagine web modiificate con DEberlusconiZER]
DEberlusconiZER
Testo critico di Domenico Quaranta
Il Deberlusconizer è un programma che, attivato sul browser dell’utente durante la navigazione in rete, blocca l’accesso a qualsiasi contenuto – testo e immagini – relativo al presidente del consiglio italiano. Il contenuto “censurato” viene sostituito, di volta in volta, da altri contenuti: delle bande colorate, come hanno scelto gli autori del progetto per enfatizzare la sua natura liberatoria; delle opere d’arte; dei contenuti inseriti dagli utenti stessi.
Il Deberlusconizer non è senza precedenti. Nel 2008 l’artista americano Steve Lambert ha realizzato Add-art, un programma che blocca le inserzioni pubblicitarie dei giornali online e le rimpiazza con opere d’arte. Questo precedente, tuttavia, non lede l’originalità del Deberlusconizer, anzi: il salto concettuale implicito nel passaggio dal blocco dei messaggi pubblicitari alla censura dell’informazione è enorme, e possibile, per ora, solo in Italia.
Uno degli aspetti più desolanti della cosiddetta “anomalia italiana” è la degenerazione dell’informazione a pubblicità. Questa involuzione (da pilastro della democrazia a ufficio marketing del potere) non riguarda solo i media asserviti al potere, ma anche e soprattutto i media liberi e critici nei suoi confronti. Questo accade perché Berlusconi ha intuito una cosa molto semplice: che l’unico modo per asservire i media è essere la notizia. Sempre, in qualunque modo e a qualunque condizione. La capacità che scandali sessuali, processi, lapsus e umorismo di bassa lega hanno di indebolirlo sarà sempre inferiore alla forza che gli garantisce la semplice presenza. Anzi: in ultima analisi, tutta questa aneddotica non fa altro che vivacizzare la comunicazione, e rendere più appetibile il prodotto. In fondo, Ruby Rubacuori è l’immancabile oggetto del desiderio presente in ogni spot, in grado di rendere sexy qualsiasi prodotto, Berlusconi incluso.
Riuscite veramente a immaginarlo, un giorno senza Berlusconi? Siete sicuri che questo limite dell’immaginazione non sia esattamente quello che vuole? Intasare l’immaginario è il modo migliore per eliminare qualsiasi opposizione.
Il Deberlusconizer vuole liberare il nostro immaginario, e lo fa liberando uno degli spazi pubblici che più contribuiscono a crearlo: lo spazio dell’informazione. Il vuoto che crea è, innanzitutto, un vuoto che dobbiamo godere, respirare a pieni polmoni.
Ma è anche uno spazio che va riempito: di nuove idee, nuovi sogni, un nuovo immaginario. L’idea di aprirlo a degli artisti, prima che a tutti noi che artisti non siamo, nasce dalla necessità di mettere a punto un vocabolario, una cassetta degli attrezzi fatta di parole e di immagini. Un compito a cui degli artisti, come quelli selezionati, abituati a operare negli interstizi e a intervenire negli spazi pubblici possono assolvere con competenza e sensibilità.
Poi toccherà a voi, ma fate attenzione. Il Deberlusconizer è un’arma complessa, e va usata con discrezione. Nasce con Berlusconi perché con Berlusconi nasce l’occupazione abusiva del mondo dell’informazione, ma potrà colpire altri obiettivi quando questi ultimi dispiegheranno strategie simili.
Inoltre, non va dimenticato che il Deberlusconizer è uno strumento di censura e di manipolazione del flusso informativo. La possibilità che sfrutta come tattica di resistenza può, se abusata, trasformarsi in qualcosa di molto diverso: uno strumento per cancellare ciò che non vogliamo vedere, per costruirci una realtà a nostro uso e consumo. Non cadete in questo errore: l’obiettivo deve essere, ancora e sempre, cambiare il mondo, non fuggirlo.
DEberlusconiZER. Il software che cancella Berlusconi é stato pubblicato su artsblog alle 10:58 di giovedì 14 aprile 2011.